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Pisa Wine Lovers

Dalla Francia di Carlo Magno alla Tenuta di Ghizzano

Dalla Francia di Carlo Magno alla Tenuta di Ghizzano

Data: 10-09-2021

La storia del vino pisano è strettamente legata alla storia delle famiglie che hanno eletto una terra per radicare la propria vita, raccogliendone insieme alle uve le caratteristiche più distintive. È sempre una storia di passioni, di sacrifici, di slanci e di intuizioni e la più antica di queste storie pisane è quella che lega la famiglia Venerosi Pesciolini a Ghizzano.

È qui che si affacciano per la prima volta nel 1370 i discendenti del Conte Franco Nambrot, Paladino di Carlo Magno, operosi e visionari, innamorati di questa terra in cui vite e olivo sono fin da allora protagonisti.

I primi antenati erigono una maestosa torre sulla quale si impernia la vita del paese prima e della Tenuta successivamente, mai abbandonata dalla famiglia. Intorno alla torre sorgono la Cantina e il Frantoio e si irradiano i vigneti i cui antichi vitigni pregiati sono carezzati dalla luce morbida delle colline.
Oggi l’azienda agricola si estende su circa 300 Ettari di cui 18 a vigneto, 15 a oliveto, 100 a colture cerealicole e 150 tra boschi e pioppete. Un ecosistema che ospita accanto alle coltivazioni, un piccolo borgo, a 200 metri sopra il livello del mare, in quelle che oggi sono chiamate “Terre di Pisa”, una zona feconda della costa Toscana nelle cui sabbie argillose, ricche di sedimenti marini, è facile incontrare fossili di conchiglie.

 

Ginevra Venerosi Pesciolini, entrata in azienda nel 1995, guida la parte agronomica e commerciale della Tenuta di Ghizzano seguendo un’univoca stella polare: il rispetto.
“Rispetto per la natura, che cresce rigogliosa ed abbraccia i nostri vigneti: un ecosistema fatto di terra e piante, che non intendiamo alterare.
Rispetto per il luogo che ci ospita, perché la vita del territorio ruota intorno all’azienda in un rapporto biunivoco, all’interno del quale ciascuna parte dona e riceve costantemente.
Rispetto per le persone che vivono e lavorano qui, perché non può esistere successo senza un convinto lavoro di squadra, che sappia tenere in considerazione le peculiarità e le storie nascoste dietro ad ogni volto, per valorizzarle.
Sono questi i princìpi - spiega Ginevra Venerosi Pesciolini - che ho orgogliosamente ereditato da mio padre Pierfrancesco che, a sua volta, li aveva appresi da mio nonno e così via, fino al 1370, l’anno in cui la mia famiglia giunse a Ghizzano”.

La Tenuta ha radici antiche che sanno ben dialogare con l’innovazione. Pioniera di un percorso di Agricoltura Biologica “naturale” ha messo al bando concimi organici, diserbanti, insetticidi e anticrittogamici dal 2003, lavorando il terreno sotto la fila, per controllare le infestanti ed ossigenarlo, nutrendolo con semine di sovescio ed altri semi, in modo da apportare sostanze azotate. 
Nel 2006 si è iniziato a praticare l’Agricoltura Biodinamica e nel 2018 Demeter ha certificato la Tenuta come Azienda Biodinamica.

Le piante sono allevate per la maggior parte a cordone speronato, gestite con potatura invernale. Tra i filari sono seminate circa 15 diverse varietà erbacee, in modo da ottenere sostanza azotata e far respirare il terreno. In primavera inizia la scacchiatura, mentre d’estate viene arieggiata la parete fogliare. Non si pratica la cimatura, ma i tralci vengono intrecciati al quinto filo; si usano solo rame e zolfo a basse concentrazioni, evitando di diradare l’uva, se non quando la pianta lo richiede.

La vendemmia è esclusivamente manuale e comincia nei primissimi giorni di settembre, dopo aver assaggiato l’uva per capire quando è pronta. Solitamente si parte dai grappoli di Merlot, continuando con il Sangiovese, il Cabernet Sauvignon ed il Cabernet Franc, depositandoli ogni volta in piccole cassette areate, da circa venti chili. Quando l’uva arriva in Cantina viene effettuata un’attenta cernita, dopo la quale viene riversata nella diraspatrice e, successivamente, veicolata in carrelli d’acciaio da quattro quintali dove viene pressata con i piedi.

In fase di fermentazione non si usano lieviti, ma si lasciano riposare i mosti in vasche di acciaio o cemento e in tini di legno, a seconda dello stato e della varietà dell’uva. 
La maturazione avviene nel legno, con botticelle di rovere per un periodo che va dai 16 ai 18 mesi. 

“Quando il frutto della terra proviene da un luogo in armonia con le forze della natura, ha già in sé la potenzialità di essere eccellente.” Con queste precise coordinate filosofiche l’azienda propone ogni anno circa 80mila bottiglie di vini unici, ciascuno contraddistinto da caratteristiche inimitabili.

Il Veneroso DOC Terre di Pisa è il vino storico e più rappresentativo della Tenuta. La prima annata di produzione è il 1985 e da allora interpreta, con il suo frutto elegante, maturo e la sua mineralità le caratteristiche del terroir da cui nasce. Prevalentemente da uve Sangiovese con una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon, è diventato un punto di riferimento per la zona vitivinicola da cui nasce.

Il Nambrot IGT Costa Toscana è il vino di ricerca della Tenuta di Ghizzano. Nasce con l’annata 1996 da uve Merlot e si evolve negli anni come blend insieme al Cabernet Franc e al Petit Verdot dimostrando la potenza, il calore e il carattere che il nostro territorio può esprimere. Prende il nome dal fondatore della famiglia Venerosi, Nambrot che visse nell’830.

Il Ghizzano IGT Costa Toscana è il vino che introduce l’azienda nei wine bar, enoteche e ristoranti di tutto il mondo. È ottenuto da uve Sangiovese con una piccola percentuale di Merlot, provenienti prevalentemente dai vigneti più giovani.Vuol essere un vino fresco, fruttato, di grande bevibilità dove si percepisse la dolcezza del Sangiovese del territorio pisano.

Il Ghizzano bianco IGT Costa Toscana nasce per essere un vino di grande bevibilità, semplice ma piacevole, da accompagnare, nelle stagioni primaverili e estive, all’aperitivo o a piatti di pesce sia crudo che bollito. Il vermentino (50%) è vinificato in maniera tradizionale pressando le uve e togliendo subito il vino dalle bucce e fermentandolo, sempre con lieviti indigeni, a temperatura di 15/18°in acciacio, mentre il Trebbiano e la Malvasia (50%) restano a macerare sulle bucce per 4 mesi in tini di cemento, e i due vini sono assemblati a fine fermentazione.

Il San Germano IGT Passito Toscana rappresenta per l’azienda il rispetto delle tradizioni. Affonda le sue radici nella cultura e nella storia della regione e del borgo di Ghizzano dei secoli scorsi. Ottenuto con le uve Trebbiano, Malvasia bianca e Colombana dei vecchi vigneti è un piacevole vino da dessert.

Basta stappare una qualsiasi bottiglie per assaporare i valori della Tenuta di Ghizzano che si riverberano nelle scelte concrete: alla quantità che abdica al valore si preferisce una produzione all’insegna dell’altissima qualità, senza mai tradire lo stile, l’eleganza innata e la ricchezza delle dolci colline che ospitano la Tenuta.


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